La società attuale privilegia una comunicazione veloce, immediata e mutevole che attiene a tutti i campi e a tutte le fasi della nostra vita pubblica e privata. La trasmissione dei segnali e dei messaggi è passata dal ruolo di supporto e di accompagnamento delle attività a quello di funzione in se stessa: pubblicità, cartelli e insegne che fino a pochi decenni fa venivano indicati come segnali di "istruzioni per l'uso" ovvero come decodificatori interni alla complessità urbana, sono diventati sempre più segni connaturati alla città riuscendo ad identificarsi o addirittura a sovrapporsi con la città attuale, che si sostituisce all'agglomerazione precedente e preesistente. La città del Novecento, la cui forza era saldamente radicata ed espressa dalla struttura urbana, ammetteva alcune deroghe come Time Square a New York o Picadilly Circus a Londra -ormai considerabili come riferimenti "storici"- o eccentriche eccezioni limitate alle città della tentazione, del gioco e del divertimento (Las Vegas, in primis), ma restava salda nella trasmissione dei suoi valori strutturali ed architettonici (...) [Oggigiorno] La città struttura svanisce per assumere il ruolo di grande comunicatore (la città che comunica, come l'ha definita Alberto Trifoglio) e si mostra in questa sua nuova veste come un organismo che vive tutte le ore del giorno e della notte, che è in grado di adoperare tutte le sue superfi ci per mandare messaggi, per tentare, per parlare al cittadino-fruitore dello spazio e potenziale consumatore di ogni prodotto si possa mettere sul mercato reale o virtuale. Aldilà della forma, la città, questo grande gigante di pietra, statico e stabile nelle sue strutture, sembra aver trovato l'occasione di cogliere l'attimo, di parlare allo strato subliminare degli individui che in essa si muovono, scalfendo apparentemente solo la superficie e gli involucri dei suoi contenitori ma al tempo stesso annullando i volumi, le architetture, gli edifi ci e coinvolgendo in questa operazione anche i vuoti urbani come le piazze e le strade, dove il movimento sembra sperimentare e inventare nuove sfi de per la diffusione delle informazioni: ogni spazio diventa un mezzo per "comunicare", un luogo molteplice che si trasforma con repentina rapidità e che sa usare la forza e l'immediatezza delle immagini colte nel loro continuo divenire. (...) La città che comunica e che emette segnali vistosi e festosi, pare nascondere un mondo di solitudini individuali e, tuttavia, propone un linguaggio uniformato ed una spensieratezza riconoscibile ed esportabile in ogni parte del globo che sa usare le immagini, superando le barriere dei dialetti e delle lingue. Dall'introduzione di Mariella Zoppi Contenuto: Presentazione di Mariella Zoppi; Il perché di questo libro; L'importanza di comunicare; La pubblicità, Un mondo che comunica, I luoghi della comunicazione; I modi di comunicare; Cosa comunicare; Dove comunicare; Perchè la città; Leggere gli edifici; Esempi di città... Firenze, Tokyo, Taipei, New York, Bangkok, Hong Kong, Las Vegas, Londra..., Tecniche per comunicare; I mezzi di trasporto, Lo sport; Immagini sulla strada; La notte; Le strade commerciali; Ricoprire le facciate dei palazzi; La città del futuro; Quale architettura per il domani; Ipotesi negative, Quale energia per comunicare?; Conclusioni; Fonti, Ringraziamenti Alberto Trifoglio architetto ed insegnante presso L'accademia Italiana Arte Moda e Design e la Libera Accademia di Belle Arti, è inoltre cultore della materia alla Facoltà di Architettura di Firenze. È libero professionista ed esercita nell'area fiorentina; ha esperienze di insegnamento all'estero presso la C.I.D.I. accademia internazionale di Designer in Bangkok. Hanno parlato di lui riviste del settore; ha realizzato numerosi lavori di architettura e design.