Nel dipanarsi delle voci incontriamo Allah "deus otiosus", leggiamo dell'ambiente religioso dell'Arabia Centrale pre-islamica come impregnato essenzialmente di "strutture del politeismo semitico" non modificate dall'impatto del cristianesimo o dell'ebraismo, ci soffermiamo sulle esperienze mistiche di Maometto quando quest'ultimo ricevette la prima rivelazione del Corano. Eliade rileva la mancanza di un sacerdozio formale nel pre-islam, in contrasto con l'ebraismo, si concentra sugli aspetti del rituale sacro hajj nel periodo jahili; manifesta inoltre un particolare fascino per il "simbolismo e la funzione" del dhikr, del sufï litany e del sama "il concerto spirituale" dei sufi. Dati gli interessi intellettuali e mistici di Eliade, non sorprende che sia affascinato dalla storia del mi'raj, l'ascensione di Maometto al Cielo. Lo studioso lo caratterizza, non nella più normale terminologia araba e islamica di Israele, viaggio notturno e mi'raj, ascensione attraverso i cieli verso il Paradiso, ma, cosa interessante, come il "viaggio estatico di Maometto verso il cielo e il libro sacro".