Dopo aver tratteggiato la figura di studioso dedicatosi al servizio del popolo di Dio, l'autore mette in luce il carisma italiano del governo del Pontefice e il legame con Benedetto, patrono d'Europa. Montini evita i trabocchetti della Curia romana e si occupa, lui, già Arcivescovo di Milano, dell'Italia intera. Poi viaggia nel mondo, innovando completamente la missione papale. Il Concilio Vaticano ii prosegue così tenendo i legami con le varie Chiese e realizzando passi capitali per l'ecumenismo, come l'incontro con il Patriarca ortodosso Atenagora. Il discorso di Paolo vi davanti alla platea dell'onu è da capo di Stato dotato di responsabilità internazionali; il messaggio che lascia all'Assemblea è certo un contributo al senso religioso di tutti ma anche un monito per la pace tra i Paesi. Particolare anche l'attenzione al mondo delle democrazie popolari, preoccupato che al di là del Muro le Chiese e le coscienze potessero "vivere". L'ultima parte del libro è dedicata a un amico particolare di papa Montini, prossimo a intendere la realtà internazionale anche non cristiana: Giorgio La Pira.