Carlo Conti, il conduttore fiorentino protagonista di grandi ascolti televisivi, è diventato coi suoi programmi il mentore della memoria del pubblico televisivo. Ne solletica la nostalgia surfando tra la musica, gli spettacoli, gli oggetti di culto, le manie, i tormentoni, le parole ricorrenti, le idiosincrasie di almeno tre generazioni. A partire dai fantastici Sixties, attraverso i complicati Settanta, per planare sui disimpegnati e allegri anni Ottanta. I suoi anni, della sua giovinezza, del suo esordio insieme ad altri amici suoi, maledetti toscani come Leonardo Pieraccioni, Giorgio Panariello, Marco Baldini. In radio e in tv col programma cult "Vernice fresca". Ora Conti è un affermato cinquantenne, il riconosciuto Pippo Baudo della televisione generalista contemporanea. E affronta in questo libro i "Noi che" della sua vita allegra e fortunata. Giocando tra le memorie e le nostalgie di quegli anni Ottanta spensierati, di cui ora c'è distanza critica e temporale, ma che tanto hanno forgiato anche il nostro presente. Nella sua Firenze. Tra grandi scherzi, amici straordinari, qualche malinconia e una vita ancora tutta da inventare. Insomma, una sorta di leggera autofiction per il ritratto di una generazione.