I gendarmi borbonici scoprono un recluso millenario dalle dimensioni gigantesche che sconta una pena comminata da tempo immemore, di cui neppure lui ne ricorda il motivo. La sua antichissima storia lo rende quasi l'anima di questa terra ardente: la Sicilia. Dall'incontro con Garibaldi ad oggi, attraversa da prigioniero, il succedersi degli eventi on disinteressato e ingenuo istinto di sopravvivenza. Girovaga libero fra le mura del carcere, metafora della società e vetta da cui osserva, accompagnando i destini dei detenuti e le anime degli ex detenuti, assecondando l'altro che si accorge della sua utilità. Incarna forse la responsabilità della storia dell'uomo, della Sicilia, dell'Italia? Un gigante buono o ignaro del perché fu cattivo, che sopravvive agli stravolgimenti storici e alle azioni talvolta crudeli dirette contro di lui. Un intreccio sorprendente tra storia e surrealismo.