Come diceva Sir Philip Sidney nel suo accorato saggio An Apology for Poetry (1595): "of all writers under the Sunne, the Poet is the least lyer", ovvero rispetto ai filosofi, agli storici e ai drammaturghi, il poeta e' quello che mente di meno e questo grazie al potere della poesia che con i suoi versi, la sua musicalita' tutto avvolge di una luce dorata. Credo che ancor oggi, benche' questo saggio sia stato scritto nel XIV secolo, racchiuda in se' delle piccole verita'. La poesia riesce a trasmettere delle emozioni uniche e veritiere perche' mettono a nudo l'animo del poeta. Ecco perche' attraverso i versi, il lettore piu' attento puo' carpire la personalita' o lo stato d'animo che hanno condizionato il poeta nel momento in cui ha messo nero su bianco i suoi versi. Parlando di Sidney non voglio peccare ne' di orgoglio ne' tanto meno cadere in proseliti. Vorrei solo spiegare che pur nella mia modestia, a dettare questi versi non e' stata la mente ma il cuore. Tutte le poesie riportate in questo libro sono nate non per caso, ma per dare forma alle mie emozioni e ai miei stati d'animo. Chi le leggera' potra' notare che sono molto diverse tra loro, sia per lunghezza, sia per contenuto, anche se tutte sono collegate tra loro da un sottile filo conduttore che costituisce il tema dominante per eccellenza: l'amore. Amore in tutte le sue forme, dalla vista di una stella alla nascita di un figlio (il mio bambino), o ancora l'amore naufragato, spezzato e ferito che rinasce piu' forte e piu' profondo fino a diventare maturo nell'immagine di una coppia di anziani che mano nella mano guardano il simbolo della loro unione: una quercia, albero forte, solido e centenario che vuole dimostrare che l'amore, se uno ci crede davvero puo' essere eterno, e puo' oltrepassare le barriere terrene e continuare a vivere in modo spirituale. Spero di cuore che chiunque si appresti a leggere questi versi possa trarne diletto e rivivere ad occhi chiusi i sogni e líemozioni di una giovane donna.