Parole e immagini si uniscono generando qualcosa d'altro, che non è un termine medio, bensì un terzo estremo, che va ad aggiungersi al puro visibilismo e alla pura leggibilità dell'arte. Questo è anche il caso, celebre, della Calunnia di Apelle, nella cui vicenda iconografica passato e presente, parole e immagini, si rinnovano vicendevolmente, ricreandosi più volte nel corso dei secoli. Un meccanismo che si è conservato intatto ed è ancora perfettamente funzionante, come ha potuto verificare l'autore. Ne è nato il taccuino di una scultura, della sua elaborazione ideale e materiale, per documentare che tutte le cose, comprese le sculture, sono come sono per molte ragioni ma infine per una scelta che alcuni, spesso in malafede, rendono muta e chiamano ispirazione.