Nessuno poteva prevedere che due studenti venticinquenni avrebbero sviluppato in meno di cinque anni un software superiore a quello di giganti come Microsoft e Yahoo. Eppure è successo: con Google. E chi mai avrebbe immaginato che Internet, nato come sistema di comunicazione militare a prova di bomba, si sarebbe a tal punto trasformato grazie al World Wide Web, l'applicazione ipertestuale gratuita sviluppata dal CERN? Anche solo ipotizzare un fenomeno come il social networking, vent'anni fa, sarebbe stato un temerario volo pindarico. E che dire della dilagante ideologia dell"uno come te" del web 2.0? Il dominio incontrastato dell'utente medio - dalla "democrazia dal basso" à la Wikipedia alle dubbie classifiche di film, ristoranti e merci di cui traboccano siti web e forum - si trascina dietro una gamma di conseguenze inattese, che vanno dalla violazione della privacy all'appiattimento del giudizio critico, alla nascita di un nuovo Grande Fratello orwelliano. Impossibile, oltre che azzardato, fare previsioni. Il legame tra cambiamento tecnologico e mutamenti socioeconomici non risponde infatti a una logica di causa-effetto.